Onboarding che funziona: coinvolgere, motivare, far restare
Il momento dell’onboarding dovrebbe rappresentare il primo capitolo di un percorso che entusiasma e fa sentire parte di una nuova realtà. Un’occasione per gettare le basi di un legame solido tra l’azienda e il neoassunto, introducendolo ai valori, alla missione, alla cultura e alle policy aziendali.
Eppure, non sempre è così: molti neoassunti, infatti, vivono un’esperienza che non risponde alle loro aspettative, trovandosi spesso a decifrare pratiche burocratiche e procedure che non preparano concretamente al ruolo.
Ma come evitare che l’onboarding diventi un ostacolo all’ingresso in azienda? Ecco alcuni insight fondamentali per migliorare il processo e renderlo veramente efficace.
Onboarding uguale per tutti? No!
Un percorso di onboarding standardizzato e una formazione poco mirata allo sviluppo professionale possono essere tra le principali cause di un’esperienza poco soddisfacente per i neoassunti.
Quando le informazioni fornite sono troppo generiche o non pertinenti con il ruolo, i nuovi collaboratori si possono trovare nella situazione di non comprendere le reali aspettative e di fare molta più fatica a integrarsi nel contesto aziendale. Per non parlare dell’eventuale mancanza di un supporto umano e di interazioni personalizzate: una lacuna significativa che è necessario colmare.
Per rendere l’onboarding più efficace, quindi, è fondamentale che il processo sia flessibile e adattato alle esigenze individuali di ciascun nuovo collaboratore. Un’esperienza di onboarding personalizzata, che tenga conto delle specifiche necessità professionali permette di creare un ambiente di apprendimento più coinvolgente e produttivo. Un approccio su misura, quindi, è fondamentale per favorire una transizione fluida e per stimolare un reale engagement fin dai primi giorni in azienda.
Come strutturare un onboarding efficace
Un processo di onboarding efficace si sviluppa in diverse fasi chiave, che consentano al neoassunto di entrare a far parte di una realtà nuova.
1. Preparazione
L’onboarding inizia prima del primo giorno di lavoro. È fondamentale che l’azienda abbia ben chiara la sua missione e cultura aziendale e che comunichi al neoassunto informazioni utili al suo ingresso. Organizzare la futura postazione IT, oltre a pianificare la formazione iniziale, sono aspetti cruciali.
2. Il primo giorno
Il primo giorno è dedicato alla presentazione e all’introduzione al ruolo, con una visita agli uffici e incontri con i colleghi. L’accoglienza e l’orientamento devono essere ben organizzati, iniziando con un caloroso benvenuto e una presentazione chiara delle informazioni essenziali per muoversi in azienda. L’obiettivo è trasmettere sicurezza e far sentire il nuovo arrivato supportato fin dall’inizio.
3. Il primo mese
Nei primi giorni e settimane, il neoassunto deve avere il tempo di ambientarsi, comprendere i propri compiti e familiarizzare con gli strumenti. È utile che il manager organizzi feedback regolari, magari settimanali, per monitorare i progressi e l’integrazione.
Sebbene l’onboarding tradizionale finisca entro i primi sei mesi, è consigliabile estendere il processo fino al primo anno, con un programma di mentoring continuo. Inoltre, il monitoraggio del processo tramite sondaggi regolari permette di adattare e migliorare l’esperienza per i nuovi assunti.
Onboarding e tecnologia: come integrarla in modo efficace
In un mondo sempre più digitale, anche la tecnologia gioca un ruolo centrale nella fase di onboarding. Tuttavia, è fondamentale che non si riduca a un semplice link su Teams o a un’email inviata alla casella di posta. L’esperienza digitale deve essere il più possibile interattiva, personalizzata e blended.
Un buon onboarding deve coinvolgere i nuovi arrivati fin dal primo giorno, utilizzando la tecnologia come strumento strategico per guidarli, motivarli e formarli. Le piattaforme digitali devono diventare canali di comunicazione dinamici che offrono esperienze in cui i neoassunti possano sentirsi parte di qualcosa di più grande, facilitando il loro processo di integrazione.
Quando progettato correttamente, questo percorso aiuta i nuovi talenti a conoscere davvero l’azienda, ma permette anche all’organizzazione di comprendere chi c’è dietro al CV.
E se questo viaggio è ben strutturato, il ritorno è concreto: minori turnover, migliore produttività, maggiore soddisfazione.
Conclusione
Un onboarding ben progettato è la base per costruire un rapporto solido e di lunga durata tra l’azienda e i suoi collaboratori. Se stai cercando di capire come migliorare il tuo onboarding esistente o strutturare questa fase da zero, contattaci!